Next Generation EU: qual è la grande novità?

  • Di Centro Studi
    • 17 Apr 2023
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Fondi Europei

Il Next Generation EU è un piano di ripresa programmatico volto a garantire una rapida ripresa economica degli Stati Membri. Infatti, Lo scoppio della pandemia da Sars Covid-19 ha arrecato molteplici danni all’economia dei Paesi Europei mettendo in crisi le strutture pubbliche e private e l’economia dei Paesi Membri che, in alcuni casi, si sono trovati sprovvisti delle tecnologie e dei principali strumenti per fronteggiare questo profondo periodo di difficoltà.

L’UE ha cercato negli ultimi anni di stimolare la ripresa economica e sociale dei Paesi membri tramite l’istituzione di un Fondo comunitario per ricostruire un’Europa più:

  • Resiliente;
  • Ecologica;
  • Digitale.

Il Fondo ha un valore di 750 miliardi di euro ed è  stato approvato dal Consiglio Europeo nel luglio 2020, inizialmente come forma di aiuto per gli Stati Membri colpiti dalla pandemia da Covid-19.

Nel suo complesso, si configura come un’opportunità per supportare processi di innovazione 4.0 nei singoli Paesi, soprattutto per quelli che negli ultimi anni hanno accumulato un ritardo verso la transizione 4.0.  Tra questi paesi rientra, purtroppo, rientra l’Italia.

Ciò significa che non si tratta di una linea specifica di aiuto rivolta a determinati Paesi, ma è uno strumento di supporto monetario da suddividere tra i Paesi Membri a cui è assegnata una percentuale del fondo tenendo conto della loro situazione economica-finanziaria e sociale.

Una volta ricevuta la quota assegnata, il singolo Stato beneficiario è responsabile della distribuzione del denaro nel miglior modo possibile, perseguendo gli obiettivi prefissati grazie a strategie efficaci ed efficienti.

Next Generation EU: situazione in Italia

Da ormai due decenni l’Italia cresce ad un ritmo minore rispetto alla media dei Paesi UE:

  • Il PIL reale nel 2019 era ancora inferiore del 4% rispetto al 2007;
  • Il tasso di investimenti è rimasto sotto ai livelli pre-2008, anche nella componente degli investimenti pubblici;
  • La spesa per ricerca e sviluppo è inferiore alla media UE, così come lo so l’innovazione e digitalizzazione;
  • Il tasso di partecipazione al lavoro e il tasso di occupazione sono tra i più bassi dell’UE, soprattutto in riferimento all’occupazione giovanile e femminile;
  • Gli indicatori di benessere equo sostenibile (BES) sono migliorati negli ultimi anni, ma la loro ripresa è minacciata dagli effetti della pandemia;
  • Il divario Nord- Sud in termini di PUL, occupazione e BES si è aggravato;
  • Il debito pubblico è il secondo più elevato dell’UE in rapporto al PIL, la spesa pensionistica è prevista a salire in rapporto al PIL nel prossimo decennio.

Perché è nato il Next Generation EU?

I soggetti beneficiari potranno usufruire dei fondi grazie ad un’attenta pianificazione di appositi piani che andranno ad alimentare fondi e/o bandi nazionali e regionali. Questi, oltre a richiedere il soddisfacimento di determinati requisiti, richiedono che i progetti d’investimento siano conformi al principio del DNSH (Do Not Significant Harm).

L’azione intrapresa dall’UE è epocale poiché mette a disposizione ingenti risorse in favore di quei Paesi che, pur caratterizzati da un reddito pro-capite in linea con la media UE, sono state fortemente danneggiate dalla crisi pandemica in termini di:

  • Crescita economica del Paese;
  • Elevata indice di disoccupazione;

In quanto strumento eccezionale di ripresa temporanea, l’obiettivo è quello di garantire una risposta europea tempestiva e coordinata con tutti gli Stati membri. L’Unione europea ha cercato è stato garantire la ripresa concentrandosi su una crescita sostenibile e sostenuta, basata sulla trasformazione digitale, la transizione ecologica, l’uguaglianza e la coesione sociale e territoriale.

I due strumenti del NGEU: RRF e REACT-EU

Il NGEU  si compone di due principali strumenti:

  • Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF): si tratta, sostanzialmente, di un fondo che offre sostegno finanziario su larga scala per riforme ed investimenti intrapresi dagli Stati Membri con lo scopo di attenuare l’impatto a livello sociale ed economico della pandemia da coronavirus cercando, allo stesso tempo, di rendere le economie dell’EU più sostenibili, resilienti e meglio preparate per le sfide poste dalla transizione verde e digitale.Ogni singolo Stato Membro, ai fini di adempiere agli obiettivi preposti dall’UE, deve presentare un pacchetto di investimenti e riforme in linea con gli obiettivi prefissati all’interno del documento del RRF;
  • Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU): fornisce finanziamenti aggiuntivi per il periodo 2020-2023 a supporto dei Fondi europei da utilizzare come «fonte» sussidiaria. Le risorse stanziate sono destinante, in prevalenza, per programmi volti a stimolare una maggiore coesione politica territoriale.

Le aree di intervento

I piani d’investimento proposti dai singoli Stati Membri devono riguardare specifici settori d’investimento in via conforme con quelli previsti dal Regolamento RRF (6 pilastri):

  • TRANSIZIONE VERDE (diretto erede dell’ «Green Deal Europeo»)
  • TRASFORMAZIONE DIGITALE
  • CRESCITA INTELLIGENTE, SOSTENIBILE E INCLUSIVA
  • COESIONE SOCIALE E TERRITORIALE
  • SALUTE E RESILIENZA ECONOMICA, SOCIALE E ISTITUZIONALE
  • POLITICHE PER LE NUOVE GENERAZIONI, L’INFANZIA E I GIOVANI

I singoli piani deli Paesi Membri devono necessariamente allinearsi ai pilastri indicati e devono garantire un impatto interno in termini di riforme legislative e di pianificazione degli investimenti. La progressione verso processi la ripresa economica e sociale, per il tramite di processi di transizione 4.0, richiedere necessariamente un stretta correlazione tra pianificazione delle riforme e degli investimenti posti in un rapporto di interdipendenza tra loro.

LEGGI: PNRR, cosa prevede e quali sono le sei missioni.

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