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A partire dall’ultimo quadrimestre del 2019, i mercati finanziari europei, sono entrati in una nuova ottica di “strategia sostenibile“. La spinta definitiva a questo nuovo modo di vedere la finanza, è stata introdotta dall’ EBA (European Banking Authority), con una pubblicazione a fine 2022, The EBA roadmap on sustainable finance, di un aggiornamento riguardante la propria visione e la roadmap utile a rispondere alle necessità legislative e regolatorie per definire la materia relativa alla finanza sostenibile attraverso i rischi ESG (Environmental, Social e Governance) delle aziende.
Dal punto di vista operativo e normativo, la finanza sostenibile riguarda l’emissione di obbligazioni green, sociali e sostenibili; tutti strumenti negoziati e quotati dai principali mercati finanziari.
Dal punto di vista normativo, la finanza sostenibile è la diretta conseguenza di due convenzioni internazionali:
In aggiunta l’UE ha arricchito il quadro normativo con differenti regolamenti: il Regolamento 2019/2088, il Regolamento 2020/852 “Tassonomia” e la Direttiva MiFID II.
Al momento risultano in fase di approvazione (si attende giugno 2023) i benchmark di riferimento per gli indicatori ESG e sono previsti altri aggiornamenti da parte dell’UE e dalla CONSOB in vista del 2024.
Ma entriamo più nel dettaglio e cerchiamo di comprendere come si rendicontano gli ESG.
La Global Reporting Initiative (GRI), ha determinato degli indicatori di rendimento che costituiscono un riferimento per le organizzazioni di tutto il mondo. Tali indicatori, in attesa di benchmark internazionali definitivi, vengono utilizzati per misurare e trasmettere le performance in termini ESG aziendali.
I GRI sono divisi in quattro serie: una serie composta da standard universali, le altre tre da standard specifici utilizzati proprio per la misura delle performance ESG.
Queste ultime tre ripercorrono proprio le tre macro sezioni degli ESG: Economia (GRI 200), Ambiente (GRI 300) e Sociale (GRI 400).
Adottando queste linee guida, l’impresa riesce a rendicontare i propri impatti economici, ambientali e sociali.
L’obbligo di rendicontazione attualmente è previsto per aziende ed enti aventi specifiche caratteristiche: grandi società quotate e banche/assicurazioni (quotate e non) con almeno 500 lavoratori.
Tuttavia ogni impresa può volontariamente decidere di svolgere un’analisi in termini di valutazione ESG per non trovarsi impreparata per i futuri step in campo normativo.
Gli ESG sono fondamentali per la rendicontazione societaria di sostenibilità, meglio conosciuta come Bilancio di Sostenibilità.
Tale rendicontazione è prevista dalla Direttiva UE 2022/2464 e diventerà obbligatoria a partire dal 2024 per tutte le aziende con più di 250 dipendenti e fatturato superiore ai 50 milioni di euro (e/o un bilancio annuo di 43 milioni).
Il Bilancio di Sostenibilità, come prima accennato, è direttamente collegato alla strategia ESG aziendale in quanto deve attenersi a differenti parametri legati strettamente agli ESG.
Esso deve infatti contenere:
Dal 2024 saranno più di 6.000 le aziende italiane obbligate al Bilancio di Sostenibilità, più di 50.000 se si considera l’intera Europa.
LEYTON, unisce una pluriennale esperienza in tema di Energia e Sostenibilità con un expertise più che ventennale a livello globale nel campo della consulenza all’impresa in materia di innovazione.
Proprio per questo, combinando i concetti di decarbonizzazione e sostenibilità a quello di innovazione tecnologica, LEYTON fornisce soluzioni che rispondono sia alle necessità di sostenibilità ambientale e innovazione sia a quelle finanziarie, aiutando i suoi Clienti nel recupero dei costi di investimento e nella conformità agli obblighi legali.
Percorsi sostenibili ed efficaci con la redazione delle più complesse analisi in rispetto di ESG e GRI di riferimento e soluzioni che diventano un plus per le aziende che le applicano, permettendo loro di aumentare la propria competitività sul mercato ed il valore nei confronti degli stakeholders.
Il 2024 è “dietro l’angolo”, non farti cogliere impreparato!
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