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Il Regolamento UE 2023/1315, modifica il n. 651/2014 che disciplina il regime di esenzione per quanto riguarda la notifica all’Unione Europea degli aiuti di stato erogabili in favore delle imprese. Tale regime si muove all’interno della prescrizione dell’articolo 108 del Trattato sul Funzionamento Europeo che prevede un obbligo di comunicazione, da parte dello Stato membro alla Commissione Europea, affinché quest’ultima possa presentare osservazioni o, addirittura, proporre modifiche su determinati aiuti di Stato. Il Regolamento n. 651/2014 ha introdotto una deroga a questa regola generale prevedendo, per determinate categorie di aiuti di Stato, un’esenzione dall’obbligo di previa notifica. Nel corso del tempo si è dimostrato uno strumento importantissimo per agevolare ed incentivare gli investimenti delle imprese italiane, infatti, si stima che il regime di esenzione è stato adottato per circa il 75% degli aiuti di stato.
Il Regolamento UE 2023/1315 modifica il Regolamento n. 651/2014 al fine di garantire una maggiore certezza del diritto a livello europeo ed un continuo supporto alle imprese tenendo conto del tessuto economico, politico e finanziario in cui muovono i propri interessi. Nello specifico, si prevede:
Il Regolamento apporta novità rilevanti soprattutto per quanto riguarda il campo di applicazione degli aiuti a finalità regionale. Nello specifico, è stato modificato il contenuto dell’articolo 13 che individua i settori di esclusione. La sezione, infatti, non si applica:
Del pari, viene modificato anche l’articolo 14 che, in riferimento alle zone assistite che soddisfano le condizioni dell’articolo 107, paragrafo, 3 lettera a) rientra qualsiasi tipologia di investimento. Inoltre, per quanto riguarda gli attivi materiali, è ammissibile il 100% dei costi ma solo esclusivamente per le PMI.
Il Regolamento, poi, aumenta il tetto massimo dell’investimento nei progetti di sviluppo urbano, portandolo a 22 milioni di euro.
Le nuove modifiche si muovono nell’ottica di rafforzare, e meglio chiarire, la regolamentazione in determinati settori e, al tempo stesso, di estendere l’applicabilità del Regolamento anche a nuovi ambiti fino ad oggi poco regolamentati. Sicuramente, i settori dell’energia rinnovabile e della sostenibilità green continueranno ad essere nel “mirino” del legislatore europeo, chiamato in più circostanze a garantire il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica fissati per il 2030 e per il 2050.
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