Industria e Terziario: monitoraggio dei consumi energetici

  • Di Roberto Fabbi
    • 19 Mag 2022
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monitoraggio consumi energetici

“Se non si può misurare qualcosa, non si può migliorarla”

L’aveva compreso Lord William Thomson Kelvin già a metà ‘800 e tale grande verità ha assunto sempre più nel tempo un significato concreto, reale e dimostrabile, fino ai giorni nostri.

Si tratta di un concetto semplice ma che racchiude in sé sfumature applicabili ad ampio spettro in moltissimi campi della nostra realtà attuale: se non so dove mi trovo ora, non posso sapere dove potrò arrivare e soprattutto come arrivarci. L’approccio all’aumento della propria consapevolezza come strumento di miglioramento, si integra alla perfezione con la sfera energetica, a maggior ragione nel particolare periodo storico, economico e geo-politico che stiamo vivendo e che sta dando una spinta senza precedenti a tutto campo verso una riduzione dei consumi energetici (per fini economici ma anche di sostenibilità).

Una gestione più razionale dell’energia è possibile solamente partendo da un adeguato, completo ed efficace sistema di monitoraggio dei consumi che possa supportare le aziende nelle proprie scelte verso l’efficientamento energetico e in coerenza con i percorsi di sostenibilità che sempre più popolano il mercato.

Al fine di favorire lo sviluppo di una cultura orientata ad una maggior consapevolezza, il legislatore ha ritenuto opportuno motivare le aziende a migliorare il monitoraggio e il controllo dei propri consumi energetici attraverso l’introduzione di un obbligo normativo: il D.Lgs 102/2014, infatti,  obbliga le grandi imprese e le imprese energivore ad eseguire una diagnosi energetica in relazione ai propri siti.

L’allegato 2 del medesimo Decreto impone inoltre che le diagnosi prevedano una strategia di monitoraggio e una misura dei consumi energetici.

La prima applicazione di tale obbligo si è declinata, nel 2015, con lo svolgimento a tappeto di un numero importante di diagnosi energetiche, per lo più sulla base di consumi provenienti da stime e valutazioni ponderate.

Dal secondo “giro di diagnosi energetica” in avanti, ogni soggetto obbligato è tenuto a redigere ex-novo o aggiornare la/le proprie diagnosi impiegando, almeno parzialmente, dati di consumo energetico provenienti da misurazioni dirette o indirette provenienti da strumenti dedicati posizionati in campo.

Non tutti i siti soggetti all’obbligo di diagnosi presentano anche l’obbligo di impiego di dati provenienti da misura; per l’individuazione degli uni e degli altri è necessario applicare un criterio di clusterizzazione, basato su fasce di consumo, relativamente a tutti i siti aziendali.

Per questo motivo è importante attivarsi individuando i siti target e predisponendo in anticipo un’idonea strumentazione di misura che possa fornire, in riferimento all’anno di obbligo, dati utilizzabili nella diagnosi energetica successiva.        
Il 2022 in corso, ad esempio, è l’anno che dovrà produrre i dati da impiegare nel 2023 per adempiere agli obblighi in tal senso; i soggetti obbligati che non dispongono ad oggi di un’architettura di misura adeguata dovrebbero correre ai ripari il prima possibile provvedendo ad installarla oppure, in extremis, ricorrendo a campagne di misura sufficientemente rappresentative dei propri consumi principali.

L’individuazione degli utilizzatori da porre sotto monitoraggio energetico che rispecchino le soglie minime di monitoraggio richieste non è banale: nella stragrande maggioranza dei casi è indispensabile rivolgersi ad esperti del settore che, di concerto con partner di tecnologia altrettanto specializzati, possano individuare i punti di misura corretti in cui installare la strumentazione.

Le soglie di consumi, individuate a livello di obblighi di legge, e le Aree Energetiche Funzionali da porre sotto monitoraggio variano se si considera il settore Industriale piuttosto che il Terziario.

La tabella che segue, ad esempio, riporta le soglie minime delle quote di consumo da monitorare (per ciascun vettore energetico) in funzione delle fasce di consumo di energia primaria, al fine di adempiere agli obblighi per le imprese del settore industriale:

Per quanto riguarda il settore terziario invece, viene richiesto il monitoraggio del 50% dei consumi afferenti ai soli Servizi Ausiliari, limitatamente ai siti soggetti all’obbligo di monitoraggio e indipendentemente dallo scaglione di consumo corrispondente:

Una diagnosi energetica completa, dettagliata e basata quanto più possibile su dati provenienti da misurazione diretta consente alle aziende di conoscere la propria struttura dei consumi energetici e relativi costi, agevolando in modo importante i processi di contabilità analitica aziendale.

Anche per questa ragione, non sono solo i soggetti obbligati che dovrebbero interessarsi al tema: un’analisi di questo tipo, o ancora meglio un sistema di Energy Management che consenta la gestione e il controllo di consumi e costi continuativi nel tempo, infatti, rappresenta uno strumento fondamentale per ogni organo decisionale che voglia ridurre gli impatti energetici, economici ed ambientali di qualsiasi tipo di attività.

Da essa infatti emergeranno importanti informazioni circa la distribuzione aziendale dei vari centri di consumo e di costo energetico, nonché diversi spunti utili per l’individuazione e la realizzazione di interventi mirati al contenimento dei consumi e degli impatti ambientali.

Non dimentichiamo che ad ogni kWh di energia elettrica, ad ogni Sm3 di gas naturale e ad ogni m3 di acqua consumati sono associate emissioni importanti di gas climalteranti, che vanno ad impattare in modo spesso sostanziale sulla Carbon Footprint di qualsiasi organizzazione.

Roberto Fabbi
Project & Energy Manager – Leyton Italia

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Roberto Fabbi

Project & Energy Manager

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