eSports: dai videogiochi a nuovi modelli di business

  • Di Andrea Titi
    • 26 Ago 2020
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Il settore dei videogiochi negli ultimi anni, complice la pervasiva diffusione della digitalizzazione nella vita quotidiana, ha visto un notevole incremento del volume d’affari, e il termine eSport ha oramai sorpassato i confini del puro gaming.

Con la parola eSport (dall’inglese electronic sport) si indica una competizione di videogiochi di livello professionistico, in cui le squadre si sfidano in titoli di tipo strategico, sparattutto simulazioni di guida e simulazioni calcistiche. Generalmente i titoli più importanti del mondo dispongono di campionati che durano tutto l’anno (nazionali o internazionali) culminando in un grande evento finale. Ad esempio, la finale di League of Legends (uno dei videogiochi più popolari al mondo, del tipo MOBA, acronimo di Multiplayer Online Battle Arena), tenutasi a Parigi nel Novembre del 2019, ha avuto più spettatori del Super Bowl americano, attraendo investimenti non solo dalle software house ma anche da alcuni dei brand più famosi (basti pensare che la custodia contenente il trofeo è stata realizzata da Louis Vuitton).

Secondo Morgan Stanley, sono 194 milioni le persone che hanno guardato eventi di eSports nel corso del 2019, con un’età media che nel 79% dei casi non supera i 35 anni. 
Secondo il report pubblicato da Newzoo, aggiornato a seguito della pandemia Covid-19, il fatturato complessivo degli eSports si attesterà attorno ai 1,1 miliardi di dollari nel 2020, con una crescita di circa il 16% rispetto al 2019. Si stima inoltre che il valore di mercato nel 2023 sarà pari a 1,5 miliardi di dollari. Inoltre, nel 2020 l’audience globale crescerà fino a 495 milioni di persone, con un incremento di circa il 12% rispetto all’anno precedente. Generalmente, la fonte di ricavo più importante per gli eSports risulta essere la sponsorizzazione, che rappresenta il 56% dei ricavi totali, pari a 615 milioni di dollari, con una crescita del 13,1% rispetto al 2019.

L’interesse crescente in questo ambito ha anche permesso di creare nuove figure professionali: accanto ai giocatori professionisti sono nate infatti vere e proprie aziende costituite da CEO, coach, preparatori atletici, analyst, avvocati, cronisti. Rimanendo in tema calcistico, diversi club in Europa possiedono una propria squadra di eSport, e tutti i più importanti campionati del Vecchio Continente hanno l’omologo digitale. Anche l’Italia, nonostante sconti un ritardo fisiologico nel mondo digital, si è dotata del proprio campionato di Serie A.

In ambito business, numerosi brand hanno iniziato ad esplorare le infinite possibilità che offre il mondo del gaming in termini di investimenti e sponsorizzazioni, al fine di diversificare le proprie attività e raggiungere un pubblico generalmente molto giovane e tendenzialmente non ricettivo verso i canali tradizionali (negozi fisici, televisione).

Chiaramente, il concetto di gaming che oggi si declina negli eSport, è sempre stato legato all’innovazione tecnologica. Dai cabinati degli anni ’80 e ’90 si è passati al dominio delle console e dei giochi su PC; inoltre, negli ultimi anni si stanno affermando importanti tendenze quali il cloud gaming, ossia la possibilità di usufruire di titoli “digitali” senza acquisire la copia fisica, e il gaming da mobile. Le diverse evoluzioni sono frutto della ricerca e sviluppo nell’ambito dell’elettronica e del software, al fine di realizzare processori sempre più performanti e schede grafiche in grado di supportare frame rate estremamente elevati.

Emblematico è il caso di Intel che, nel solco di una tradizione che dura ormai da 15 anni, accompagna i giocatori con innovazioni tecnologiche che spaziano dalla CPU (unità centrale di elaborazione) a GPU (unità di elaborazione grafica) e memoria. Non bisogna poi dimenticare l’utilizzo sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale e del machine learning per una resa realistica dei videogiochi, oltre all’utilizzo di nuove tecnologie come realtà virtuale e realtà aumentata in grado di fornire nuove esperienze sensoriali agli utenti.

Considerando come tali tematiche siano parte fondante del Piano Transizione 4.0, appare evidente come l’ingresso nel mondo degli eSport possa rappresentare una valida strategia di diversificazione degli investimenti per le aziende, anche alla luce dei forti squilibri economici emersi in questi mesi.

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Andrea Titi

Innovation Consultant Team Leader

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