ZES UNICA: Comunicazione integrativa
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Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono strutture organizzative che riuniscono diversi attori, come cittadini, imprese, istituzioni locali e altri soggetti, per promuovere e gestire l’energia rinnovabile a livello comunitario. Queste comunità si basano sull’idea di decentralizzazione e partecipazione attiva dei cittadini nella produzione, distribuzione e consumo di energia.
Di seguito gli aspetti più interessanti:
Le comunità energetiche rinnovabili stanno guadagnando sempre più popolarità in tutto il mondo come risposta alla necessità di ridurre le emissioni di gas serra, aumentare l’indipendenza energetica e promuovere uno sviluppo sostenibile.
Ciò, fattivamente e soprattutto concretamente, sta supportando il raggiungimento progressivo di obiettivi ESG (Obiettivi Ambientali, Sociali e di Governance) degli stakeholders di territori che le stanno implementando, in diversi modi
Complessivamente, le comunità energetiche rinnovabili rappresentano un modello innovativo e integrato che può contribuire in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi ESG, promuovendo la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
La concretezza di tale approccio è dimostrata dalla nascita, ad esempio, della prima CER del Comune di Rimini, progetto di partenariato pubblico-privato che ha l’obiettivo di aumentare la produzione sul territorio comunale di energia elettrica da fonte rinnovabile e far sì che questa diventi una risorsa per la collettività.
Con l’istituzione della CER si permette ai membri in condizioni di povertà energetica di far parte di una associazione fra produttori e consumatori di energia e di ottenere una riduzione nella bolletta dell’energia elettrica, attraverso una virtuosa collaborazione tra il pubblico – che mette a disposizione i tetti dei propri immobili comunali – e il privato che si assume i rischi di impresa.
Si parla di una potenza complessiva installata pari a 1,75 Megawatt e ottenuta senza alcun consumo di suolo, ma solo utilizzando i tetti e le coperture degli edifici comunali.
Il Comune mettendo a disposizione i tetti individuati come idonei, percepisce un primo risparmio derivante dall’autoconsumo dell’energia da fonte rinnovabile prodotta con un doppio beneficio: ambientale, perché si produce e consuma energia green ed economico, con un risparmio in bolletta per l’ente pubblico. Quando il fotovoltaico prodotto è eccedente al consumo del Comune, l’energia prodotta viene immessa nella rete e la sua vendita o il suo contestuale consumo genera due tipologie di incentivi che vanno a beneficio della comunità energetica rinnovabile.
Infatti, nel momento in cui un membro della comunità energetica consuma un Kwh di questa energia eccedente immessa in rete, si genera l’incentivo; ma anche per ogni Kwh di energia eccedente i consumi della CER vi sarà un ricavo. I membri della CER avranno diritto a dividersi, sulla base di specifici meccanismi, l’ammontare totale degli incentivi emessi dal GSE, Gestore dei Servizi Energetici, derivanti dai kwh di energia rinnovabile consumata e dai kwh immessi nella rete e venduti.
Le famiglie aderenti alla CER potranno avere vantaggi derivanti dalla possibilità di consumare energia rinnovabile prodotta e immessa in rete contenendo la propria spesa in bolletta. Tradotto in risparmio economico si stimano incentivi pari a 331 mila euro all’anno da distribuire tra le famiglie aderenti alla CER, per un risparmio medio – che dipende dal prezzo dell’energia nazionale – di 143 euro a famiglia. Rimini resterà un caso isolato? Per fortuna no in quanto sono state recentemente le linee guida ministeriali per favorire la nascita di altre CER anche in piccoli comuni (sotto i 5.000 abitanti), per evitare che tale meccanismo premiale fosse appannaggio solo di realtà urbane importante, il che minimizzerebbe i benefici per il sistema paese.
Le CER sono quindi al centro della vision proposta dal paradigma ESG, fungendo da catalizzatori per un cambio di archetipo nella produzione e nel consumo energetico. Attraverso queste comunità si potrà democratizzare l’accesso all’energia, permettendo a tutti, senza discriminazioni di carattere ‘materiale’, di partecipare attivamente alla transizione energetica. Esse sono alla base di un modello di coesione sociale e di responsabilità collettiva verso il nostro pianeta, evidenziando come l’azione congiunta di pubblico, privato e cittadini possa generare impatti positivi sul piano locale e globale: la sostenibilità tanto auspicata e desiderata da tutti, imprese-famiglia-enti locali.
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