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In data 29 ottobre 2022 il Ministero dell’economia e delle finanze, dopo aver portato a termine la relativa istruttoria, ha inviato al Dipartimento per i rapporti con il Parlamento una proposta emendativa ai fini della presentazione al disegno di legge di conversione del decreto-legge aiuti Ter (D.L. 144/2022) in prossimo esame alla Camera. La proposta ha la finalità di differire il termine per la presentazione della domanda di adesione relativa al riversamento del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo.
Da tempo, ormai, si attendeva una proroga extra large di almeno un anno in quanto la precedente proroga, che aveva spostato il termine di presentazione dell’istanza di riversamento dal 30 settembre 2022 al 30 novembre 2022, non forniva un tempo utile per poter procedere al riversamento, soprattutto a causa della mancanza di un’uniformità normativa sul tema.
Fino ad oggi, infatti, restano incerti diversi aspetti che non consentono alle imprese ed ai consulenti di esprimere un giudizio ponderato sull’opportunità di aderire o meno alla sanatoria, anche a causa della mancanza di criteri interpretativi univoci che consentano di riporre ragionevole affidamento sulla possibilità che la procedura di riversamento si concluda senza contestazioni da parte delle Autorità preposte alle relative verifiche. Attualmente le imprese stanno valutando con grande difficoltà i vantaggi ed i rischi della sanatoria.
Tale proroga consente, infatti, di ponderare meglio la convenienza della sanatoria, i cui benefici sono l’abbuono degli accessori, ma con restituzione del credito; la dilazione triennale del riversamento, in assenza di un avviso di recupero e la causa di non punibilità del delitto ex articolo 10 quater, D.LGS 74/2022.
Per tali motivi la proposta emendativa del MEF propone la proroga della scadenza di un anno, cioè al 31 ottobre 2023. Ad oggi, gli emendamenti presentati ammontano a circa 250. Le proposte modificative al D.L. 144/2022 verranno votate dalla metà della settimana prossima (nello specifico, dall’8 novembre 2022 all’11 novembre 2022), quando anche l’esecutivo potrebbe farsi avanti con una propria correzione al testo. In ogni caso, l’iter per procedere con la conversione in legge del provvedimento deve concludersi entro il 22 novembre 2022.
Si spera che, entro la prossima scadenza (possibile, ma non ancora certa), si riesca a disciplinare con più chiarezza il tema, magari, con l’emanazione di una” circolare di sistema” di chiarificazione e definizione identificabile come strumento di soft law per gli operatori e che possa idealmente creare un “filo rosso” orientativo ed interpretativo dell’attuale realtà normativa. In quest’ottica si potrà prospettare l’ipotesi di definire un quadro di maggiore certezza del diritto, anche alla luce dei tanti cambiamenti in corsa che hanno spiazzato le imprese che si sono avvalse del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo negli anni passati.
Nel caso in cui la proposta emendativa trovi pieno accoglimento, il calendario delle scadenze si sposta di un anno in quanto si potrà scegliere di aderire fino al 31 ottobre 2023 ottemperando alle seguenti scadenze:
Inoltre, le imprese si potranno dotare di una certificazione del credito d’imposta secondo il meccanismo (ancora in attesa di attuazione) previsto dal decreto “Semplificazioni”. Di fatto, un certificatore certo e riconosciuto dal nuovo Ministero delle Imprese potrà attestare e garantire l’effettività e l’autenticità della ricerca e sviluppo effettuata anche per i periodi d’imposta dal 2015 al 2019.
Finora, secondo le prime stime del MEF, sono stati già versati 15 milioni di euro per la sanatoria sui 210 milioni di euro complessivamente attesi. Anche per questo la proroga ha un costo in termini di cassa per il 2022 stimale in 55 milioni di euro. Ma, anche alla luce dei chiarimenti che potrebbero arrivare, l’appeal del riversamento potrebbe anche risultare più elevato e recuperare altro gettito.
È importante precisare che la proroga di un anno non è ancora da considerare certa e pienamente produttiva di effetti in quanto bisogna necessariamente attendere la discussione presso le camere ed il relativo inserimento all’interno della legge di conversione del D.L. 144/2022 e, successivamente, la sua pubblicazione in G.U.
Centro Studi – Leyton Italia
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