La trasformazione digitale in Europa: stato dell’arte e nuove sfide

  • Di Francesca Filippi
    • 07 Set 2020
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Si parla continuamente di trasformazione digitale o digital transformation e della sua assoluta importanza non solo per le imprese, ma anche per noi cittadini e per l’ambiente.

La trasformazione digitale comprende infatti la digitalizzazione nel suo significato più semplice – la trasformazione di dati dal formato analogico a quello digitale – ma anche nel suo significato più ampio di migliore utilizzo delle tecnologie digitali in ogni ambito; indicando così il generale cambiamento apportato dalle nuove tecnologie alla società contemporanea.

Sebbene essa rappresenti un tema strategico per la Commissione Europea e per le imprese, la situazione attuale in Europa mostra ancora diverse lacune.

Se da un lato il DESI (Digital Economy and Society Index) – indice che monitora le prestazioni digitali globali dell’Europa e misura i progressi compiuti dai paesi dell’UE in termini di competitività digitale in cinque principali settori strategici: connettività, competenze digitali, uso di Internet da parte dei singoli, integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese, servizi pubblici digitali – pubblicato a giugno 2020 dalla Commissione Europa ha evidenziato progressi in tutti gli Stati membri, dall’altro ha messo in luce come questi ultimi dovrebbero intensificare gli sforzi volti a migliorare la copertura delle reti ad altissima capacità, migliorare le competenze digitali dei cittadini e digitalizzare ulteriormente le imprese e il settore pubblico.

Nell’edizione 2020 l’Italia si colloca al 25º posto fra i 28 Stati membri dell’UE, mostrando carenze significative dal punto di vista delle competenze digitali, dove si posiziona all’ultimo posto nell’UE, perdendo 2 posizioni rispetto alla precedente edizione.

Concentrandoci invece sulle imprese, lo studio realizzato da PFU (EMEA) Limited e dedicato alla gestione dei dati aziendali e allo status della trasformazione digitale in Europa, pubblicato a Luglio 2020, ha evidenziato, su un campione di 1.200  manager e responsabili informatici aziendali in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, che il 35% non ha ancora definito un preciso percorso per la propria trasformazione digitale.                    
Soltanto un’impresa su 3 ha iniziato a progettare un percorso di digital transformation. 

Per il 50% delle imprese la trasformazione digitale rappresenta una sfida che deve essere vinta per aumentare la produttività, migliorare l’efficienza dei costi a lungo termine e la redditività, così da accelerare la crescita aziendale e restare competitivi in un ambiente in continua evoluzione in cui la mass customization è diventata un principio imperante.
La gestione della massa di informazioni commerciali è considerata da un lato un problema per l’86% degli intervistati, dall’altro un obiettivo da raggiungere: un quarto del campione ritiene infatti che la scarsa condivisione e fruibilità immediata delle informazioni abbia portato ad errori decisionali ed inefficienze di costo, anche in termini di capitale umano.

Tra le principali difficoltà interne ed esterne che gli intervistati dichiarano inoltre di dover affrontare nel progettare e dare corso ad un processo di trasformazione digitale figurano: rischi per la sicurezza informatica (34%), conformità alle normative (27%), scarse competenze interne (27%). A queste si aggiungono il gap generazionale e la capacità di spesa: non dimentichiamo che il tessuto industriale europeo è caratterizzato da PMI.

Ripensare la propria catena del valore, coinvolgendo tutti gli attori dell’ecosistema aziendale, è fondamentale per individuare e implementare un processo di trasformazione digitale di successo, facendo leva anche sui fondi, gli incentivi e i programmi dedicati promossi dalla Commissioni Europea nell’ambito della politica Europe Fit for the Digital Age.

Author

Francesca Filippi

Key Account Manager

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