Industria 5.0: l’evoluzione umano-centrica dell’Industria 4.0

  • Di Enrico D'Amico
    • 28 Dic 2022
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Industria 5.0

La visione di Industria 5.0 è quella di un’industria innovativa, resiliente, socio-centrica e competitiva, con un impatto minimo o quasi nullo sull’ambiente ed il pianeta, in accordo con gli obiettivi europei della duplice transizione, verde e digitale, verso la neutralità climatica e la leadership digitale.

Un nuovo paradigma

Affinché tutto questo si realizzi, è fondamentale mettere in atto, non un cambio, ma un’evoluzione del  paradigma di Industria 4.0 nelle strategie per la modernizzazione industriale: mettere al centro le persone e le esigenze della società e dell’ambiente, integrandole nello sviluppo tecnologico con un approccio sistemico che, attraverso l’innovazione continua, ne migliori ulteriormente l’efficienza nella catena del valore, la flessibilità, l’agilità e la snellezza dei sistemi produttivi.

Per fare questo, partendo dalle tecnologie abilitanti di Industria 4.0, è fondamentale focalizzare l’attenzione su quelle più incentrate sull’uomo e sull’ambiente:

  • Soluzioni incentrate sull’uomo e tecnologie di interazione uomo-macchina, ad esempio Robot Collaborativi o Cobots, che ne interconnettono e combinano i punti di forza
  • Tecnologie bio-ispirate e intelligenti per lo sviluppo di materiali riciclabili, con sensori incorporati e funzionalità avanzate
  • Digital-Twins in tempo reale e simulazioni per modellare interi sistemi
  • Tecnologie “Cyber – Safe” per la trasmissione, archiviazione e analisi dei dati
  • Intelligenza artificiale
  • Tecnologie per l’efficienza energetica e l’autonomia affidabile

Tuttavia, una delle sfide più grandi, già in parte iniziata con l’introduzione dei robot e cobot, è far comprendere ai principali attori del mondo produttivo (imprenditori, operai, associazioni sindacali) che l’obiettivo principale non è quello di sostituire il lavoratore in officina, ma di supportarne le capacità e creare ambienti di lavoro più sicuri, soddisfacenti ed ergonomici, unendo i punti di forza umani e tecnologici a reciproco vantaggio. Quindi non una sostituzione ma una integrazione delle, e con, le persone, che possono usare la propria creatività nel problem-solving, adottare nuovi ruoli e migliorare le proprie capacità, generare prodotti e servizi personalizzati in base alle esigenze dei clienti, ridurre l’impatto ambientale ed introdurre concetti come autosufficienza energetica, neutralità delle emissioni, economia circolare.

Quali son i benefici attesi, e chi sono i beneficiari?

Dipendenti – Non più un costo ma un investimento per l’azienda. L’imprenditore investe nelle competenze, conoscenze, capacità e benessere dei propri dipendenti in un processo continuo di valorizzazione. È la tecnologia che passa al servizio della persona, adattata continuamente alle esigenze del lavoratore per un ambiente più sicuro, specialmente nei casi di mansioni pericolose e faticose, più inclusivo, aprendo opportunità lavorative per persone con ridotte capacità o estendendo alle donne mansioni riservate in precedenza solo agli uomini.

Industria 5.0

Tutto questo implica un processo di formazione continua e di coinvolgimento nella definizione e realizzazione di nuove tecnologie quali l’intelligenza artificiale, la robotica, la realtà aumentata e virtuale, per esempio.

Industria – Più attrazione e fidelizzazione dei talenti, risparmio energetico, maggior resilienza per una maggior competitività e rilevanza nel lungo termine. Attrarre e trattenere forza lavoro qualificata, con competenze digitali e multidisciplinari, è una sfida complessa, coinvolge le nuove generazioni (Y, Z) cresciute nel boom della digitalizzazione, che hanno priorità, preferenze e motivazioni radicalmente differenti dalle precedenti generazioni, più attente alla responsabilità, impegno sociale ed ambientale, al rispetto dei diritti, e alla sostenibilità. 

Questi valori devono essere il focus delle aziende, se vogliono essere competitive ed attrattive sul mercato del lavoro. Cambiare il paradigma delle metriche e degli indici di misurazione delle performance aziendali – capitalizzazione, profitti, penetrazione del mercato, fatturato – con indici come, ad esempio, l’uso efficiente e sostenibile di risorse rinnovabili, il rispetto di interessi ed esigenze dei lavoratori, abbracciando pertanto i dettami di Industria 5.0, rende possibile attrarre nuovo capitale umano, nuovi investitori e consumatori. La resilienza si riferisce alla capacità di affrontare in modo flessibile il cambiamento.

L’esplosione della pandemia Covid-19 e la guerra in Ucraina hanno messo a dura prova il tessuto industriale Italiano, Europeo e mondiale. In un contesto in cui la globalizzazione dei mercati e delle catene del valore facilitano, in senso positivo e negativo, la propagazione degli eventi, è necessario che l’industria si adatti rapidamente per gestire le criticità che si possono manifestare, dotandosi di strumenti efficaci: produzioni più modulari, gestioni remote, uso di nuovi materiali, risk – management in tempo reale; sono solo alcune delle tecniche innovative che possono contribuire a costruire la resilienza del futuro.

Un ruolo importante, a questo scopo, è, e sarà, svolto dalle tecnologie digitali – ne abbiamo avuto una prova durante il lockdown con l’uso dello SmartWorking e della DaD – che però introducono a loro volta delle criticità: un’industria sempre più digitalizzata è, infatti, più vulnerabile ad attacchi informatici. Fondamentale, in questo senso, sarà l’attività di ricerca e innovazione per lo sviluppo della sicurezza informatica.

Comprendere le opportunità per gli investimenti futuri

È pertanto opportuno comprendere appieno il nuovo paradigma alla base di Industria 5.0 per sensibilizzare le aziende ed il tessuto industriale italiano della grossa opportunità offerta dall’adozione di questo nuovo modello umano-deterministico – rispetto all’attuale tecno-deterministico – ed investire nella valorizzazione delle risorse interne (umane, materiali ed immateriali, economiche e finanziarie) in un’ottica di sviluppo sostenibile e adattativo ai cambiamenti ed alle dinamiche sociale ed ambientali.

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Enrico D'Amico

Innovation Consultant

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