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Con il termine inglese FinTech, ci si riferisce alla tecnofinanza o tecnologia finanziaria, ossia a quella fornitura di servizi e prodotti finanziari erogati attraverso le più moderne tecnologie messe a disposizione dell’ICT e da internet.
Si sente parlare di FinTech ormai da più di un decennio, ovvero da quando è nato il primo Bitcoin. Le prime avvisaglie sono state le banche on-line, anche se avevano ancora forti legami con le banche tradizionali (Es. invio di documenti cartacei per apertura conto e necessità di utilizzare sportelli reali per operazioni tradizionali quali versamenti e prelievi).
Ci sono persone che si sono abituate fin da subito a vivere la finanza in modo smart: pagare anche solo un caffè con la carta contactless, gestire operazioni bancarie in tempo reale dallo smartphone.
In Italia, paese che ha dato i natali al primo istituto bancario nella storia dell’umanità, il Banco di San Giorgio nato nel 1407, la Rivoluzione FinTech sembra attecchire poco. Ma è veramente così?
Non proprio, anzi. Secondo un’indagine fatta da uno dei big 4 della consulenza, l’ecosistema italiano è eterogeneo e anche se di piccole dimensioni dimostra un alto potenziale. Sicuramente per dare una spinta importante è necessario che ci sia una visione a livello politico e un adeguamento dei regolamenti e dei regolatori. A tal proposito sono state prese una serie di iniziative come l’istituzione dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) che ha il compito di garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana e contribuire alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, favorendo l’innovazione e la crescita economica e il passaggio al sistema PSD2 Payment Services Directive 2,secondo il quale con un click i clienti delle banche possono decidere a chi dare accesso alle informazioni del loro conto corrente.Ci sono ancora dei colli di bottiglia normativi ma il sentiero intrapreso è quello della semplificazione.
A riprova di questa lenta ma costante innovazione, possiamo citare anche il bonifico istantaneo, che permette di azzerare i tempi di attesa per il trasferimento del denaro, consentendo operazioni anche durante il fine settimana; in questo modo viene superato il problema dei giorni di operatività della banca e la quasi immobilità del sistema nel weekend. Questi vantaggi sono concreti e realizzati grazie alle tecnologie applicate al mondo bancario tradizionale che permette un miglior servizio per l’utente finale e nuovi introiti per le banche.
Ad oggi si contano 345 start-up definite FinTech (erano 11 nel 2011).
Riuscire a sviluppare servizi ad alto valore aggiunto grazie alla “FinTech Revolution” passa prima di tutto dal cambio di mentalità dell’utente finale. Ancora oggi il 55% degli italiani pensa che il canale bancario tradizionale sia l’unico percorribile. La sempre più diffusa digitalizzazione e sicuramente l’urgenza portata dal Covid accelererà non poco l’affermarsi di questi servizi.
In ambito finanza agevolata, oltre ai classici strumenti di finanziamento quali lo smart and start e le garanzie mediocredito, si prevedono grossi fondi a disposizione per il settore sia in termini di bandi (regionali e comunitari) sia in termini di crediti fiscali con l’attuazione di tutta una serie di strumenti a partire proprio dal 2021. Trovarsi pronti e avere la giusta conoscenza può fare la differenza tra una promettente start-up ed un colosso industriale come Moneyfarm.
Leyton Italia, in quanto partner del FinTech District, mette a disposizione di questo ecosistema la sua expertise in ambito fiscale. Il nostro compito è supportare le aziende del settore consentendo l’accesso a strumenti di finanza agevolata a livello Europeo, Nazionale e Regionale al fine di sostenere le start up lungo il processo di crescita.
Massimo Salvato
Business Developer – Leyton Italia
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