Credito d’Imposta: Beni Strumentali Semplici

  • Di Raffaele Romaniello
    • 09 Jun, 2021
    • read
  • Twitter
  • Linkedin

Con l’approvazione della legge di bilancio 2021, il Credito d’Imposta dei beni strumentali “ordinari” è stato prorogato fino al 31/12/2022, con un ulteriore rafforzamento delle aliquote agevolative rispetto al passato.

L’agevolazione comprenderà anche gli investimenti che saranno conclusi entro il 30/06/2023 a condizione che entro il 31 dicembre 2022 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti per almeno il 20% del costo di acquisizione.

Nel seguente articolo analizzeremo quali sono i beneficiari, gli investimenti ammissibili, le aliquote di beneficio e le tempistiche di realizzazione degli investimenti per poter così usufruire correttamente di questo beneficio spesso “sottovalutato” e poco valorizzato.

Il Credito d’Imposta dei beni strumentali ordinari o semplici (ex-super ammortamento) può essere richiesto da tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali. Inoltre tale Credito d’Imposta è riconosciuto anche agli esercenti arti e professioni. Non potranno accedervi, invece, le imprese in liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale o destinatarie di sanzioni interdittive.

A seconda del periodo di acquisto l’impresa beneficerà di diverse aliquote, qui di seguito riassunte:

  • per gli investimenti effettuati dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021 (ovvero fino al 30 giugno 2022, se entro il 31 dicembre 2021 l’ordine è stato accettato dal venditore ed è stato pagato almeno il 20% del prezzo) un credito pari al 10% del costo, su un importo massimo di 2 milioni di euro per i beni materiali e di 1 milione per i beni immateriali, elevato al 15% per gli strumenti e dispositivi tecnologici per la realizzazione di forme di lavoro agile;
  • per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2022 (ovvero fino al 30 giugno 2023, se entro il 31 dicembre 2022 l’ordine è stato accettato dal venditore ed è stato pagato almeno il 20% del prezzo): nella misura del 6% del costo, sempre su un importo massimo di 2 milioni di euro per i beni materiali e di 1 milione per i beni immateriali.

La fruizione del credito avviene in 3 quote annuali di eguale importo a partire dall’anno successivo dell’entrata in funzione del bene. Nel caso però l’azienda beneficiaria consegua ricavi inferiori ai 5 milioni di euro è possibile l’utilizzo in un’unica soluzione.

Un’importante novità, però, arriva dal Decreto Sostegni-bis. Con l’articolo 20 del Dl 73/2021, modificando di conseguenza la legge di Bilancio 2021, viene difatti abolito il limite dei ricavi di 5 milioni di fatturato per usufruire in un’unica quota il credito. Questo però sarà limitato agli investimenti compresi tra il 16 novembre 2020 ed il 31 dicembre 2021.

Quest’ultima modifica introdotta potrebbe consentire un forte rilancio degli investimenti nell’anno 2021 ma soprattutto potrebbe essere un’importante occasione per le aziende di strutturare e pianificare investimenti accantonati negli anni scorsi.

Raffaele Romaniello
Business Innovation Analyst – Leyton Italia

Author

Raffaele Romaniello

Business Innovation Analyst

I nostri articoli

Vedi altro arrow_forward
Mini-bond: un’opportunità di crescita per le PMI

Mini-bond: un’opportunità di crescita per le PMI

I mini-bond sono uno strumento extra bancario in grado di poter favorire i progetti di sviluppo s...

Digitalizzazione imprese

Digitalizzazione aziendale: quali sono le sfide?

La vera sfida nell’attuare un processo di Digitalizzazione aziendale è da riscontrarsi principalm...

SIMEST

SIMEST: Nuovo Piano Strategico 2023-2025

Con il Nuovo Piano Strategico 2023-2025, SIMEST persevera nel rafforzare la propria operatività a...

Comunità Energetiche Rinnovabili

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): l’unione fa la forza

La crisi energetica che stiamo vivendo, con conseguenze sul costo dell’energia e sull’importazion...