ZES UNICA: Comunicazione integrativa
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L’iter di revisione del PNRR, azionato dal Governo nei mesi passati per il tramite del Ministro Fitto, ha finalmente dato l’esito tanto atteso: la Commissione UE ha dato il nulla osta per la modifica del PNRR apportando 6,3 miliardi di euro per il nuovo Piano Transizione 5.0.
Il documento di revisione del PNRR era stato presentato nei mesi passati e prevedeva un taglio netto a quelle misure che il Governo riteneva non più realizzabili chiedendo, di conseguenza, una riassegnazione dei fondi stanziati per raggiungere finalità maggiormente fattibili ed in linea con le richieste del tessuto imprenditoriale italiano.
Il raggiungimento di questo traguardo è molto importante per l’Italia in quanto le consente di poter ridefinire le tempistiche e le modalità di attuazione dei “target” previsti dal PNRR e, al tempo stesso, di ritoccare alcun misure per renderle maggiormente in linea con gli obiettivi del Paese.
I 6,3 miliardi di euro, stanziati prevalentemente per il biennio 2024-2025, andranno a sommarsi ai fondi già previsti per il Piano Transizione 4.0. Se da un lato l’ormai “vecchio” piano continuerà sostenere gli investimenti delle imprese nell’acquisto di beni 4.0, il “nuovo piano” prevederà incentivi in un’ottica green: risparmio energetico e miglioramento dell’efficienza energetica.
Sull’effettivo contenuto del nuovo Piano Transizione 5.0 bisognerà attendere un successivo decreto che, indicativamente, potrà essere pubblicato tra dicembre e gennaio (salvo eventuali indiscrezioni che potrebbero essere inserite nell’imminente Legge di Bilancio per il 2024). È possibile, grazie ai documenti messi a disposizione dalla Commissione, far emergere la struttura relativa allo stanziamento di questi nuovi 6,3 miliardi di euro:
La Transizione 5.0 continuerà la rotta tracciata dalla Transizione 4.0 nel riconoscere contributi nella forma di crediti d’imposta, ma che saranno riconosciuti, in relazione alle spese sostenute tra il 1°gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, alle imprese che investiranno in una delle seguenti attività:
Non è più sufficiente, quindi, che l’investimento sia classificabile come 4.0 ma è vincolante che comporti anche un risparmio energetico tramite un processo di certificazione che attesti che il progetto d’innovazione attuato comporti, concretamente, un miglioramento/risparmio dell’efficienza energetica.
Si aggiunge, pertanto, un’ulteriore onere alle imprese, quello relativo alla certificazione energetica dell’intervento. A supporto di questa attività verranno stanziati 63 milioni di euro per sviluppare una piattaforma informatica volta a:
Non dobbiamo dimenticare che la Commissione UE ha dato il via libera, pochi giorni fa, a un nuovo Decreto-Legge (di prossima pubblicazione) per sostenere la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Questo nuovo decreto-legge conterrà due misure distinte:
Gli impianti, ammessi ai contributi a valere sul PNRR, con una potenza agevolabile di almeno 2 gigawatt, devono entrare in esercizio entro 18 mesi dalla data di presentazione della richiesta e comunque non oltre il 30 giugno 2026.
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