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In Italia, le Zone Economiche Speciali (ZES) sono aree geografiche del territorio nazionale caratterizzate da un regime giuridico e economico agevolato, finalizzato a promuovere l’attrazione degli investimenti, lo sviluppo economico e industriale, nonché a favorire l’occupazione e la crescita nelle regioni interessate. Ad oggi le ZES istituite sono l’Abruzzo, la Campania, la Puglia, la Basilicata, il Molise, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.
E’ notizia recente l’apertura da parte della Commissione Europea alla proposta del Ministro agli Affari Europei, del Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto che ha incontrato la Vicepresidente Esecutiva della Commissione europea e Commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager. L’obiettivo è quello di illustrare la proposta italiana di istituire un’unica Zona Economica Speciale (ZES) per l’intero Sud Italia, e iniziare un confronto per rendere strutturale la misura Decontribuzione Sud.
La proposta mira ad estendere a tutto il mezzogiorno le misure di semplificazione e accelerazione delle procedure approvative e autorizzative, nonché i sostegni alle imprese collocate in quella che sarà la Zona ZES unica.
Gli strumenti di incentivazione previsti saranno basati su principi di stabilità e certezza del quadro normativo, semplificando le procedure e avendo una durata più ampia, coerente con i programmi pluriennali europei, come il PNRR . Quest’approccio mira a fornire maggiore sicurezza e continuità per le imprese e gli investitori, contribuendo a una pianificazione a lungo termine e garantendo coerenza con gli obiettivi di sviluppo dell’Unione Europea e dell’Italia.
La ZES avrà diverse finalità tra cui:
Sul piano operativo si estenderà a tutto il Mezzogiorno l’autorizzazione per l’avvio delle attività produttive e la riduzione di un terzo dei termini di conclusione dei procedimenti. Tutto ciò sarà supportato da uno “sportello unico digitale” che favorirà altresì maggiore trasparenza ed efficienza. Essa sarà una piattaforma che consentirà alle Imprese che intendono presentare un progetto di insediamento in un’area ZES, di inoltrare la domanda per ottenere l’Autorizzazione unica, istituita con il decreto legge approvato il 31 maggio 2021, rilasciata dai Commissari straordinari delle ZES.
Un’altra novità importante che sarà introdotta è la così detta “Decontribuzione Sud” al fine di sostenere l’occupazione nel Mezzogiorno, in particolare per donne e giovani. Questa misura prevede una riduzione dei contributi sociali a carico delle imprese che operano nella Zona ZES Mezzogiorno. Questa misura prevede uno sgravio dei contributi previdenziali complessivi dovuti dai datori di lavoro pari al 30% fino al 2026, per poi scendere al 20% nel 2027 e al 10% nel 2029, per tutti i tipi di contratto di lavoro (tempo determinato, indeterminato e apprendistato).
Certamente queste misure rappresentano degli importanti strumenti per accrescere l’attrattività delle regioni del Mezzogiorno e per colmare i divari con il resto del paese e con l’Unione Europea. La ZES unica per il sud rivestirà un ruolo di vitale importanza nel rilancio economico e nello sviluppo sostenibile delle regioni meridionali, attraverso incentivi fiscali, semplificazioni burocratiche e attrazione degli investimenti.
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