Nuovo bando Emilia-Romagna: Attrazione e consolidamento di start up innovative

  • Di Matteo Rebbia
    • 15 Giu 2021
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Le attuali strategie nazionali ed europee, in tema di innovazione, dimostrano che la strutturazione di una policy efficace in materia non può prescindere dal supporto delle start up, quali attori protagonisti di un sistema economico innovativo e competitivo.

Questo assunto è ben evidente alla regione Emilia-Romagna che adotta, in attuazione all’azione 1.4.1 del POR FESR 2014-2020, il “Bando per l’attrazione e il consolidamento di startup innovative”. Ciò avviene in continuità con le azioni già intraprese con i precedenti programmi, nel perseguimento della finalità generale di sostenere l’avvio, l’insediamento e lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali in grado di promuovere il ricambio e la diversificazione nel sistema produttivo, con l’obiettivo specifico di supportare la localizzazione e il consolidamento di start up innovative e favorire la crescita nei settori produttivi e nelle filiere strategiche presenti nel territorio.

Al fine di perseguire le suddette finalità, la Regione ha stanziato una somma di ammontare complessivo pari a 2.500.000€ di cui 700.000€ a valere sull’annualità 2021 e la restante parte per l’anno 2022 (una parte della dotazione finanziaria complessiva, di ammontare pari a 700.000€, è riservata al finanziamento di progetti presentati nei settori delle industrie culturali e creative e innovazione nei servizi).

La Regione ha voluto porre l’attenzione su un punto particolarmente delicato per il mondo delle startup: l’equilibrio finanziario.

Infatti il bando prevede che le startup innovative, iscritte nell’apposita Sezione speciale del Registro delle imprese a far data dal 31/05/21 e aventi codice ATECO primario tra quelli ammessi, al momento della presentazione della domanda dovranno dichiarare le modalità con cui intendono garantire copertura finanziaria al progetto. Nel dettaglio, le startup dovranno scegliere se realizzare l’intervento attraverso l’utilizzo di mezzi propri e/o ricorrere a finanziamenti esterni purché, in ogni caso, venga rispettata la formula P+F>=I (dove P è il capitale sociale sottoscritto e versato, F è il finanziamento proveniente da terzi e I è il costo totale del progetto).

Per quanto attiene ai progetti ammissibili a contributo, devono essere finalizzati alla realizzazione di piani imprenditoriali di investimento per lo sviluppo e la commercializzazione di nuovi prodotti, servizi e modelli di business.

Questi interventi, di dimensione finanziaria non inferiore ai 100.000€ che, naturalmente, devono essere realizzati in un’unità locale sita in Emilia-Romagna, devono rientrare in uno degli ambiti prioritari individuati nella Strategia Regionale di Specializzazione intelligente e:

  • dovranno avere una ricaduta innovativa e di potenziale impatto occupazionale su uno dei seguenti ambiti: Transizione digitale, Transizione energetica, Economia circolare, Salute e Benessere e Cultura e creatività.
  • dovranno essere basati su una soluzione innovativa da proporre al mercato, già individuata al momento della presentazione della domanda di agevolazione, con un chiaro impatto in termini di sostenibilità ed in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030;
  • dovranno prevedere uno o più tra i seguenti interventi: sviluppo produttivo di risultati di ricerca o di soluzioni tecnologiche derivanti da una o più tecnologie abilitanti; messa a punto del modello di business; adattamento di prodotti/servizi alle esigenze di potenziali clienti; ingegnerizzazione di prototipi e piani di sviluppo industriale (scale-up); apertura e/o sviluppo di mercati esteri.
  • dovranno prevedere l’impegno diretto dei soci dell’impresa proponente e/o di un team, dotati di capacità tecniche e gestionali adeguate, in termini di apporto tecnologico e lavorativo.

Questi progetti potranno (si tratta di una previsione del tutto facoltativa) essere accompagnati da una relazione di supporto effettuata da un “soggetto accompagnatore” (incubatori certificati di startup innovative o incubatori e acceleratori pubblici e privati o organizzazioni che accelerano e rendono sistematico il processo di creazione di nuove imprese innovative, fornendo loro servizi di supporto integrati).

Per ciò che riguarda le spese, che dovranno riferirsi ai progetti ammissibili ed essere coerenti con le finalità indicate, è ammissibile:

  • acquisto o locazione/leasing di impianti e macchinari. In caso di leasing o locazione, tali spese sono ammissibili limitatamente alle quote inerenti il periodo del progetto;
  • affitto/noleggio laboratori ed attrezzature scientifiche;
  • acquisto e licenze di utilizzo di titoli di proprietà industriale o intellettuale e di software e canoni annuali per certificazioni;
  • consulenze per progettazione, sviluppo, personalizzazione, collaudo e certificazione di soluzioni innovative, temporary management, supporto alla redazione del business plan, supporto ad analisi strategiche di mercato, supporto allo sviluppo di un piano industriale, supporto allo sviluppo di un piano di internazionalizzazione, collaborazioni a vario titolo, consulenze specialistiche;
  • costi per la localizzazione di nuove unità locali operative (esclusi magazzini o sedi di rappresentanza) in Regione Emilia-Romagna tramite acquisto (massimo 50% del valore delle prime 4 voci di costo);
  • costi per personale dipendente. Sono ricompresi i soci purché rendicontati con contratto di lavoro dipendente (massimo 25% delle prime 4 voci di costo).

Veniamo ora, a quello che è l’elemento più atteso di ogni bando, la tipologie e l’intensità dell’agevolazione.

Il contributo previsto è concesso sotto forma di fondo perduto, in conto capitale, nella misura pari al 60% della spesa ammissibile per un importo non superiore a 150.000€ (che quindi verrà conseguito in presenza di una spesa ammissibile di 250.000 €).

Esistono, però, delle premialità che consentono di incrementare il contributo:

  • Incremento del 10%, nel caso di progetti che prevedano l’assunzione di almeno un lavoratore con contratto a tempo indeterminato, che venga collocata in via stabile nell’unità locale di realizzazione del progetto.
  • Incremento del 5% (è previsto un unico incremento in presenza anche solo di una delle condizioni sotto descritte): qualora l’attività d’impresa del richiedente sia caratterizzata, in termini di partecipazione al capitale, di una rilevante presenza femminile e/o giovanile; qualora i soggetti proponenti operino, con riguardo all’unità locale oggetto dell’intervento, nelle c.d. aree montane o nelle aree comprese nella carta nazionale degli aiuti di stato a finalità regionale approvata dalla Commissione europea.

È prevista, infine, per le start up selezionate l’opportunità di beneficiare di un servizio di informazione e orientamento offerto da AET-ER.

Le start up innovative interessate a partecipare al Bando dovranno presentare le domande dalle ore 13:00 del 22 giugno alle ore 13:00 del 29 luglio.

In questo caso, a differenza che in molti altri, non vi è l’esigenza di inviare la propria domanda nelle ore immediatamente successive all’apertura del bando, per paura della chiusura dello sportello dovuta all’esaurimento dei fondi, infatti, il Bando prevede la procedura valutativa a graduatoria che, da un lato, consente alle imprese e ai loro consulenti di avere il giusto tempo per raccogliere la documentazione, compilare la modulistica e inviare la domanda, dall’altro lato, premia, con il contributo, i progetti effettivamente più meritevoli.

Matteo Rebbia
Research & Services Intern – Leyton Italia

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Matteo Rebbia

Research & Services Intern

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