SIMEST: sostegno alle imprese italiane colpite dal conflitto Russia-Ucraina

  • Di Centro Studi
    • 09 Giu 2022
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Simest

L’attuale crisi fra Russia e Ucraina, iniziata nel dicembre 2021 quando Mosca ha assunto la decisione di disporre le proprie truppe al confine con l’Ucraina e scoppiata nel febbraio 2022 con l’invasione territoriale dell’Ucraina, sta avendo ripercussioni negative a danno dell’economia europea e, in particolare, delle imprese italiane che svolgono attività in import ed export da e verso i paesi coinvolti nel conflitto.

L’aggressione militare russa contro l’Ucraina ha comportato una perturbazione delle catene di approvvigionamento per le importazioni verso l’UE di taluni prodotti dell’Ucraina, in particolare cereali e oli vegetali, nonché per le esportazioni di prodotti dall’UE verso l’Ucraina. Il mercato dell’energia ha risentito in modo significativo di questa situazione facendo registrare un aumento dei prezzi dell’elettricità e del gas nell’Unione Europea. Le ripercussioni, inoltre, sono ricadute direttamente ed indirettamente in capo alle imprese europee.

Per fronteggiare questo momento di generalizzata tensione economica, molti Stati, tra cui per l’appunto L’Italia, hanno celermente implementato delle misure volte a sostenere imprese e famiglie. Non è mancato, infatti, un intervento tempestivo da parte di Simest che, in conformità a quanto prescritto dell’articolo 5-ter del D.L. 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022 n. 28, ha adottato la delibera Quadro che dispone interventi agevolativi in favore delle imprese italiane che negli ultimi mesi hanno subito perdite dei ricavi in seguito allo scoppio del conflitto bellico.

La gestione degli interventi di sostegno finanziario alle esportazioni e all’internazionalizzazione del sistema produttivo italiano è affidata alla Simest S.p.A. dal 10 gennaio 1999. Tali interventi, gestiti in precedenza da Mediocredito Centrale, sono stati attribuiti alla Simest con il D.lgs. 31 marzo 1998, n. 143, nell’ambito delle misure di riordino e razionalizzazione degli strumenti di supporto pubblico alle imprese per le loro attività estere. L’attività di sostegno alle esportazioni è condotta nella cornice dell’Accordo sui Sussidi e sulle Misure Compensative (ASCM) dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e dell’Accordo OCSE sui Crediti all’Esportazione.

Simest supporta le imprese italiane

Quanto attuato dal Comitato Agevolazioni per l’amministrazione dei due fondi è pienamente in linea con il comunicato della Commissione Europea 2022/C 131 I /01 del 24 marzo 2022, punto 2.2, la cui finalità è quella di garantire un supporto alle imprese continuativo, agevolando l’accesso alla liquidità di cui necessitano per contrastare gli effetti negativi della crisi attuale. La stessa Commissione, inoltre, considera tali aiuti di Stato compatibili con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b, del TFUE.

La proposta erogata da Simest consiste in un finanziamento a tasso agevolato (tasso zero) in regime “de minimis” con co-finanziamento a fondo perduto in regime di Temporary Crisis Framework, con l’obiettivo di mantenere e salvaguardare la competitività sui mercati internazionali delle imprese esportatrici colpite dalla crisi a seguito della guerra in Ucraina.

Possono usufruire dell’agevolazione le PMI e Mid Cap Italiane, costituite in forma di società di capitali, attive da almeno tre anni, aventi un fatturato export medio nel triennio 2019-2021 derivante da esportazioni dirette verso Ucraina, Federazione Russa e/o Bielorussia pari ad almeno il 20% rispetto al fatturato totale del triennio e che abbiano riscontrato un calo del fatturato dalle tre aree che, al termine dell’esercizio 2022, dovrà risultare almeno pari al 20% del fatturato medio realizzato verso le tre geografie nel precedente triennio. L’intervento agevolativo può coprire fino al 100% delle spese ammissibili, sostenute dopo la concessione dell’Intervento agevolativo.

L’importo massimo finanziabile è di 1.500.000 € in funzione della classe di scoring e comunque non superiore al 25% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati dall’impresa, mentre, il co-finanziamento è concesso nella quota massima del 40% o nei limiti dell’importo massimo complessivo di agevolazione in regime di Temporary Crisis Framework.

Lo scenario a cui stiamo assistendo è alquanto raro, ma la risposta della comunità europea e del governo italiano non è mancata consentendo alle imprese di continuare le loro attività in un’ottica di potenziamento e/o riconversione dei beni strumentali e tecnologici esistenti, oppure, di diversificare i loro investimenti verso altre zone economiche.

Centro Studi – Leyton Italia

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