Proprietà Industriale: le nuove linee d’intervento strategico 2021–2023

  • Di Alessandra Gallini
    • 29 Giu 2021
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Proprietà Industriale

Con la firma da parte del Ministro dello Sviluppo Economico del decreto di adozione del Piano strategico sulla proprietà industriale per il triennio 2021-2023, viene data attuazione ad una parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che riguarda la realizzazione di alcuni interventi che hanno lo scopo di promuovere e tutelare la proprietà industriale in vari ambiti tra cui la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività del sistema produttivo.

Con la pubblicazione di queste indicazioni strategiche sulla proprietà industriale, il MiSE intende promuovere l’innovazione e gli strumenti di tutela e valorizzazione della stessa.

Tra gli elementi che incidono sulla crescita del sistema industriale, infatti, un ruolo particolarmente importante viene coperto dall’innovazione: in questo contesto si inseriscono i diritti di proprietà industriale in quanto permettono di proteggere le idee, le opere e i processi frutto dell’innovazione, assicurando un vantaggio competitivo a chi li ha ideati; allo stesso modo, aprono la possibilità di valorizzare l’innovazione acquisendo nuovi mercati e offrono la possibilità di continuare ad investire sul futuro.

Questi interventi rispondono in particolar modo agli obbiettivi previsti dal “Piano di azione sulla proprietà intellettuale per sostenere la ripresa e la resilienza dell’UE”, approvato dalla Commissione il 25 novembre 2020. Il Piano si è chiuso con l’invito rivolto agli Stati membri a formulare le loro politiche e strategie nazionali in linea con gli obiettivi indicati e a rendere prioritari il rafforzamento della protezione e dell’applicazione della proprietà intellettuale nei loro sforzi volti a garantire la ripresa economica; il Ministero ha, allora, raccolto l’invito della Commissione europea ritenendo utile l’elaborazione di un documento strategico a guida dell’azione di governo in un settore di rilevante importanza nazionale.

Tutto ciò trova conferma nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che è stato approvato dalla Commissione europea, nel quale si delinea la “Riforma del sistema della proprietà industriale” all’interno della Missione relativa alla “Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo”. Per determinati interventi, volendo sottolineare quindi il loro ruolo, viene riconosciuto un finanziamento straordinario che può superare i 30 milioni di euro.

Le linee guida si compongono di cinque sezioni, chiamate a rispondere a cinque sfide chiaramente individuate per rafforzare la protezione e l’applicazione della proprietà intellettuale (PI):

  • migliorare il sistema di protezione della PI;
  • incentivare l’uso e la diffusione della PI, specialmente da parte delle PMI;
  • facilitare l’accesso ai beni immateriali e la loro conoscenza;
  • garantire un rispetto più rigoroso della proprietà industriale;
  • rafforzare il ruolo dell’Italia a livello internazionale.

Un primo passo è quindi costituto dalla predisposizione di un disegno di legge che preveda la revisione del Codice della Proprietà Industriale (D.lgs. n. 30/2005). È necessario, infatti, aggiornare la legislazione di settore per poter consentire l’implementazione dell’utilizzo di procedure rapide, efficaci e a costi contenuti. In questo modo, non dovrebbe essere difficile favorire l’integrazione tra i sistemi e lo sviluppo di nuovi servizi applicativi e ottimizzare anche il sistema dei certificati di protezione complementare. Per perseguire l’obiettivo, si rende necessario aggiornare la legislazione di settore: nella specie, fissare una nuova disciplina in materia di disegni industriali e modelli ed elaborare proposte per l’introduzione della protezione delle indicazioni geografiche (IG) in relazione a prodotti non agricoli.

Le misure di sostegno per la valorizzazione dei titoli di proprietà industriale, denominate Brevetti+, Marchi+, Disegni+ avviate negli ultimi anni in modo sperimentale ed episodico, sono oramai divenute un punto di riferimento per le PMI che intendono intraprendere percorsi di valorizzazione della proprietà intellettuale. Si potrebbe affermare che si è conclusa la fase di sperimentazione e che può essere confermato, portandolo a regime, l’attuale sistema di programmazione finanziaria; poiché il sistema di finanziamento delle misure non consente attualmente una programmazione temporale ampia, il Ministero si farà, quindi, parte attiva per promuovere un incremento della dotazione finanziaria all’interno del bilancio dello Stato con un respiro triennale, in modo tale da garantire sia la continuità alle misure sia di offrire al sistema produttivo interessato elementi certi per poter programmare correttamente una azione di valorizzazione dei propri titoli di proprietà industriale. Questa riprogrammazione è da considerarsi come una misura di incoraggiamento sull’uso della proprietà industriale per tutte le PMI. Non mancheranno sicuramente anche altre forme di incentivazione sull’utilizzo di servizi di consulenza e di valutazione economica per le imprese.

Il Ministero, dopo aver riscontrato che l’accesso più agevole e veloce alle nuove tecnologie e alle nuove conoscenze sui titoli di proprietà industriale è divenuto oramai un asset di primaria importanza per lo sviluppo economico delle imprese, ha dichiarato determinante far crescere una logica di condivisione, predisponendo allora alcuni miglioramenti del sistema. Innanzitutto, sul tema dei “brevetti essenziali”, l’Amministrazione di competenza seguirà con continuità i lavori promossi dalla Commissione europea in materia, poiché questi hanno l’obiettivo di migliorare il mercato interno dei singoli Paesi; in un secondo momento, il Ministero si proporrà di rendere pubblico, in modo strutturato, il patrimonio informativo di cui dispone sia per quanto riguarda i brevetti essenziali, sia per quanto riguarda le più generiche informazioni brevettuali.

Il Ministero ha ritenuto necessario inoltre predisporre alcune azioni per combattere le violazioni dei DPI. I diritti di proprietà intellettuale sono fondamentali per la competitività delle imprese, soprattutto nel contesto di un’economia sempre più basata sulla valorizzazione degli asset immateriali. Poiché contraffazione e pirateria hanno raggiunto livelli preoccupanti, è assolutamente necessario proseguire nell’attività di aggiornamento degli studi e degli approfondimenti sul mercato del falso, esplorando altresì nuovi ambiti di conoscenza, soprattutto con riferimento al mondo digitale, dell’online e dei social network in modo particolare. Inoltre,  creando un contesto più favorevole all’operatività delle Forze dell’Ordine, si intende sollecitare proposte di sistematizzazione ed implementazione della normativa sulla contraffazione. Ciò anche grazie alla funzione esercitata dall’Amministrazione di segretariato del CNALCIS.

In dettaglio, potranno essere portate all’attenzione del Consiglio, ed in particolare delle Amministrazioni competenti, proposte di modifica della normativa che riguardino temi quali: la riforma del processo di analisi ed archiviazione delle merci confiscate, la revisione dell’istituto dell’incidente probatorio per ridurre gli ingenti oneri dovuti per l’archiviazione ed il mantenimento delle merci confiscate, il riutilizzo di alcuni beni contraffatti per fini socialmente utili e modifiche al Codice penale e di procedura penale che forniscano mezzi più efficaci e procedure più snelle per la fase delle indagini consentendo l’eventualità di introdurre sanzioni accessorie, quali ad esempio la sospensione per periodi predeterminati della autorizzazione commerciale.

La comunicazione in materia di promozione della proprietà industriale e di lotta alla contraffazione è una leva fondamentale per segnalare che la contraffazione e la pirateria non sono un crimine senza vittime e per invitare tutti gli attori interessati ad agire con decisione per ottenere una netta riduzione della domanda di prodotti falsi, e conseguentemente, della loro offerta.

La legislazione e la politica nazionale in materia di proprietà industriale sono sempre più strettamente interconnesse alle decisioni adottate nel quadro sovranazionale dell’UE, nonché ai processi di armonizzazione normativa e di cooperazione multilaterale che si svolgono presso le Organizzazioni internazionali intergovernative. Tale politica si collega, nello scenario internazionale, anche alle scelte e alle strategie assunte in materia di industria, innovazione, digitalizzazione e commercio internazionale. A testimonianza del peso crescente degli asset intangibili a livello mondiale si tenga conto che diversi aspetti della proprietà intellettuale sono considerati elementi chiave nel quadro degli accordi di libero scambio e degli accordi sugli investimenti già conclusi dall’UE, o in quelli attualmente in fase di negoziazione con i Paesi terzi, per il rafforzamento della cooperazione economica e commerciale, su scala bilaterale e multilaterale.

Si evidenzia che il tema della protezione dei beni immateriali è stato trattato durante i lavori in ambito G7 e G20, anche alla luce dell’impatto delle nuove tecnologie emergenti nell’era digitale, e tenuto conto dell’aumento delle violazioni dei DPI su scala globale attraverso l’utilizzo di strumenti informatici. Per tale ragione si ritiene cruciale continuare ad assicurare, con continuità e con una prospettiva strategica di medio-lungo periodo, la partecipazione attiva del nostro Paese ai congressi istituzionali multilaterali, contribuendo a rilanciare su questi temi il ruolo dell’Italia sulla scena europea e globale, anche in considerazione dell’importanza della cooperazione internazionale nell’affrontare sfide di portata globale, quali, ad esempio, quelle connesse alla pandemia da Covid 19.

Alessandra Gallini
Research & Services Intern – Leyton Italia

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Alessandra Gallini

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