Intelligenza Artificiale: come affrontare le conseguenze del lockdown sui processi di Supply Chain

  • Di Giovanna Elia
    • 22 Apr 2021
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La pandemia mondiale e il conseguente lockdown hanno prodotto dei sostanziali cambiamenti lungo la filiera di fornitura ed hanno evidenziato, tra le altre cose, numerose problematiche preesistenti.

Il nuovo contesto socio-economico, inaspettato ed imprevedibile, ha amplificato le difficoltà all’interno della Supply Chain, mostrando come il tradizionale approccio, basato su logiche di remediation, non fosse in grado di rispondere adeguatamente a situazioni di emergenza. Il lockdown ha dato vita a uno scenario indefinito, dove l’interruzione dei flussi della domanda e la mancata visibilità dell’intera filiera ha accentuato le problematiche relative al valore dell’invenduto.

Nei settori industriali e manifatturieri a risentirne è stata la logistica e la capacità di approvvigionamento a livello globale. In tale contesto, avere una visibilità “end-to-end” della propria catena del valore rappresenta un evidente vantaggio competitivo, ancor più se abilitato dall’uso di data analytics che, in modo immediato e trasparente, consentono di disporre delle informazioni necessarie a prendere decisioni critiche di carattere sia operativo che strategico. Ad oggi, per questo, i dati rappresentano il vero patrimonio dell’azienda ma, limitarsi a raccoglierli, e magari solo su alcuni processi, non è più sufficiente. Per garantirsi un vantaggio competitivo si è reso necessario affidarsi a soluzioni in grado di analizzare i dati e correlarli velocemente per fornire relazioni e risposte in tempo reale.

In uno scenario come questo, l’AI – estesa a tutti i processi aziendali – può essere un grande alleato nel mitigare gli imprevisti: dalla gestione degli asset fisici a quella degli ordini. L’intelligenza artificiale è infatti in grado di rispondere in maniera tempestiva e trovare soluzioni alternative a quelle individuabili attraverso approcci tradizionali. Questi ultimi, richiederebbero un maggior dispendio di tempo e risorse, che potrebbero però essere impiegate più proficuamente all’interno della supply chain.

Queste tecnologie hanno dunque permesso alle imprese più lungimiranti che ne hanno fatto uso, di  cambiare radicalmente la velocità con la quale i processi produttivi possono essere scalati, riorganizzarsi velocemente e adeguare l’intera supply chain alle nuove esigenze. Le aziende che, invece, non si sono adeguate, hanno dovuto confrontarsi con dati storici praticamente inutilizzabili, senza la visibilità necessaria per reagire in tempi brevi alle repentine variazioni.

Si pensi, dunque, al gap competitivo che si genera tra due imprese, una fortemente digitalizzata e l’altra basata su un approccio tradizionale, operanti nello stesso mercato, con una value proposition simile. L’azienda basata sull’intelligenza artificiale presenterà sicuramente processi produttivi più facilmente scalabili di quella rivale e sarà quindi più competitiva sul mercato.

Si noti, per esempio, come Amazon o Uber siano esponenzialmente cresciute negli ultimi anni a discapito rispettivamente dei retailer fisici e dei taxi. 

“Le aziende fondate su una struttura digitale sono destinate a sopraffare le aziende tradizionali” (Iansiti e Lakhani, 2020).

Tenendo in considerazione il fatto che l’intelligenza artificiale nel contesto manifatturiero stava da tempo imponendo alle aziende di rivedere le proprie strategie competitive, il verificarsi del Covid-19 causerà con ogni probabilità un’accelerazione dei processi già in atto. A confermarlo è un sondaggio effettuato in alcune aziende del Nord Italia, tra le aree maggiormente colpite dalla pandemia a livello europeo (Rapaccini et al., 2020). Circa il 57% degli intervistati afferma che le iniziative di digitalizzazione e innovazione subiranno una forte accelerazione nella fase di ripartenza post-Covid.

Analizzando altri dati, risulta che:

  • Il 75% delle aziende afferma che l’AI consentirà loro di programmare nuove iniziative e altre attività;
  • Il 72% dei decision maker afferma che l’AI sarà il vantaggio commerciale del futuro;
  • Il 51% dei dirigenti afferma che il loro obiettivo di intelligenza artificiale è migliorare le funzioni, le caratteristiche e le prestazioni dei loro prodotti;
  • Il 79% degli imprenditori afferma che l’intelligenza artificiale renderà il lavoro più semplice ed efficiente;
  • Il 59% dei manager afferma che l’AI può migliorare l’uso dei big data nelle proprie organizzazioni.

La necessità di ripartire spingerà anche le aziende ritardatarie ad accelerare gli investimenti in automazione e digitalizzazione, mentre quelle che avevano già introdotto le nuove tecnologie all’interno dei loro processi interni,  saranno indubbiamente facilitate nel cogliere e sfruttare i nuovi trend emersi durante il Covid19.

Con queste premesse, numerosi governi hanno elaborato programmi per accelerare l’introduzione dell’intelligenza artificiale all’interno delle aziende manifatturiere, al fine di  strutturare una strategia comune di sviluppo. Basti pensare ai benefici introdotti in Italia con il Piano Nazionale Transizione 4.0.

Giovanna Elia
Innovation Consultant – Leyton Italia

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Giovanna Elia

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