Agricoltura 4.0: digitalizzazione, sostenibilità e tracciabilità

  • Di Matteo Pierucci
    • 22 Mar 2021
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Agritech

Senza dubbio la forma più antica del fare impresa è rappresentata dall’agricoltura.

Un settore da sempre considerato tradizionale e poco incline alle novità informatiche, sta invece sempre più scoprendo nelle nuove tecnologie, connessioni digitali e satellitari, sistemi IoT e applicazioni evolute, un prezioso alleato per fare meglio, a costi minori e con meno fatica, ciò che fino a ieri veniva fatto “come una volta”.

Sostenibilità, conoscenza, efficienza sono i tre elementi, e i principali vantaggi, che le aziende agricole cercano nell’Agricoltura 4.0. Ottenere più sostenibilità, non solo produttiva, ma anche ambientale e sociale, per le loro attività sul campo. Più conoscenza, trasparenza, consapevolezza delle dinamiche in cui sono coinvolte, dai processi interni, a quelli con la filiera dei fornitori, fino a quelli che riguardano la concorrenza. Più efficienza, sia di processi che di attività, che permette riduzione dei costi, minori tempi di lavoro e produzione, migliore controllo di gestione e maggior produttività e risultati.

Per iniziare partiamo col definire Agricoltura 4.0: con questo concetto intendiamo l’evoluzione dell’agricoltura di precisione, realizzata attraverso la raccolta automatica, l’integrazione e l’analisi di dati provenienti dal campo, come per esempio le caratteristiche fisiche e biochimiche del suolo, tramite sensori e/o qualsiasi altra fonte terza. Tutto questo è abilitato dall’utilizzo di tecnologie digitali 4.0, che rendono possibile la creazione di conoscenza e il supporto all’agricoltore nel processo decisionale relativo alla propria attività e al rapporto con altri soggetti della filiera.

Lo scopo ultimo è quello di aumentare la profittabilità e la sostenibilità economica, ambientale e sociale dell’agricoltura.

Di fatto, l’Agricoltura 4.0 rappresenta l’insieme di strumenti e strategie che consentono all’azienda agricola di impiegare in maniera sinergica e interconnessa tecnologie avanzate con lo scopo di rendere più efficiente e sostenibile la produzione.

Nella pratica, adottare soluzioni 4.0 in campo agricolo comprende, ad esempio, il poter calcolare in maniera precisa qual è il fabbisogno idrico di una determinata coltura ed evitare gli sprechi. Oppure, permette di prevedere l’insorgenza di alcune malattie delle pianteo individuare in anticipo i parassiti che potrebbero attaccare le coltivazioni, aumentando l’efficienza produttiva.

Come è possibile ottenere tutto ciò?

La prima risposta è formazione. Per sviluppare e adattare al meglio queste tecnologie digitali è necessario investire in formazione, instaurando collaborazioni con il mondo della ricerca e delle Università.

L’Agricoltura 4.0 non può essere utilizzata da tutti, richiede personale preparato.

Abbracciando un processo molto vasto, che va dalla coltivazione del campo fino alla distribuzione dei prodotti e all’alimentazione stessa, per raggiungere i risultati e ampliarne l’utilizzo si deve investire sullo sviluppo di nuove competenze.

La seconda risposta è sostenibilità. La transizione ecologica è ormai diventata una tematica cruciale per tutti i settori, ma per il mondo dell’agri-food è sicuramente quella fondamentale e va affrontata in maniera concreta.

La situazione nel nostro Paese, in riferimento alla qualità dell’aria che respiriamo è migliorata molto negli ultimi trent’anni, ma rimangono ancora tante criticità e gli impatti di agricoltura e allevamenti restano in primo piano.

Le nuove tecnologie favoriscono un’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse e il mondo dell’agricoltura ha bisogno di attrezzature intelligenti che permettano di essere sempre più efficaci in termini di sostenibilità. A tal riguardo si può pensare per esempio alle irroratrici intelligenti, un sistema che permette il dialogo tra trattrice e irroratrice, in grado di valutare l’appezzamento in cui si sta lavorando. L’obiettivo è la gestione mirata e controllata dell’apporto di sostanze in caso di concimazioni o trattamenti in modo da porre fine all’era dei diserbi a calendario, tenendo conto delle caratteristiche dei terreni.

Un altro ambito significativo nell’applicazione dell’agricoltura 4.0 è quello della tracciabilità della filiera e, secondo gli addetti ai lavori, è qui che  si intravedono le prospettive più interessanti.

Durante ogni passaggio, dal campo al confezionamento, è possibile raccogliere dati utili a mantenere sotto controllo ogni step del processo di produzione.

Poco margine d’errore, dunque, consente di poter realizzare una filiera corta capace di produrre alimenti di massima qualità e in maniera sostenibiledal punto di vista ambientale; il digitale gioca un ruolo di primo piano nella tracciabilità alimentare.

Fra le soluzioni digitali innovative per la tracciabilità alimentare offerte sul mercato italiano si assiste al boom della Blockchain, la cui presenza è più che raddoppiata in un anno e che caratterizza il 43% delle soluzioni disponibili, seguita da QR Code (41%), Mobile App (36%), Data Analytics (34%), e l’Internet of Things (30%).

Tra tecnologie che migliorano la qualità e la sostenibilità delle coltivazioni con soluzioni per la competitività ed innovazioni per la tracciabilità dei prodotti, il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 continua a crescere, raggiungendo nel 2020 un valore di 540 milioni di euro, per un +20% rispetto al 2019 che rappresenta il 5% del mercato totale.

In conclusione, quali sono i vantaggi dell’agricoltura 4.0?

Esistono ancora dei limiti alla diffusione di soluzioni 4.0 in tutta Italia, dai costi di gestione all’effettivo accesso alla tecnologia. Tuttavia, non si hanno dubbi nell’evidenziare come i vantaggi abbraccino il risparmio in termini economici e ambientali, ma anche una produzione di maggiore qualità. Una qualità che risponde anche a benefici dal punto di vista della salute. Si stima, infatti, che i prodotti inseriti in una filiera ad alto tasso tecnologico mantengano intatte le loro proprietà e risultino, quindi, più salutari. Dal punto di vista quantitativo, inoltre, il risparmio sugli input produttivi risulta essere  del 30% con un aumento della produttività pari al 20%, il tutto ottenendo prodotti senza alcun residuo di sostanze chimiche.

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Matteo Pierucci
Matteo Pierucci

Business Developer

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