Lo Sport 4.0: il digitale e la matematica scendono in campo

  • Di Luca Toso
    • 02 Dic 2020
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Ogni anno a Barcellona si tiene lo Sport Technology Symposium, organizzato dal Barca Innovation Hub, il polo creato dalla società blaugrana come laboratorio di innovazione e luogo di incontro per tutte le realtà che stanno definendo attivamente la forma dello sport del futuro.

Lo Sport Technology Symposium è un evento ormai consolidato e ospita ogni anno numerosi players, universalmente riconosciuti, dell’eccellenza sportiva. Il forum è stato istituito come una vera e propria tribuna per condividere idee innovative ed esperienze rilevanti dei professionisti del settore su come la tecnologia stia cambiando l’industria sportiva in tutte le sue forme. I recenti cambiamenti legati alla tecnologia nello sport sono stati, quasi obbligatoriamente, discussi inizialmente nei panel dello Sport Technology Symposium, tra le mura del Camp Nou.

Durante l’ultima edizione grande spazio è stato dato a trattare le ultime novità inerenti l’utilizzo degli analytics nello sport ed in particolare nel calcio: una delle novità più interessanti ha riguardato la presentazione di un sistema di virtual coaching, che permette l’analisi in tempo reale della partita che si sta giocando, reso disponibile a tutte le squadre del campionato di calcio di Serie A 2020/2021.

Questa nuova soluzione tecnologica si compone di modelli, formule ed equazioni che permettono di rappresentare un fenomeno, con un livello di dettaglio che può riguardare anche il singolo giocatore, ma che può essere applicato all’intera squadra o anche ad un reparto specifico (difesa, centrocampo, attacco).

Gli algoritmi matematici, insieme a degli accurati strumenti di calcolo, hanno reso possibile ciò che fino a poco tempo fa sembrava impossibile: trovare in modo automatico ed in tempo reale delle relazioni causa-effetto tra gli eventi che avranno luogo durante il match.

Il vero elemento disruptive è la possibilità di intervenire in real time per riconoscere eventi di natura tecnico-tattica (es: valutare l’efficacia dei passaggi di ogni singolo giocatore nelle diverse posizioni in campo e in relazione alla disposizione dei compagni di squadra) e non solo le classiche informazioni su distanze percorse, numero di passaggi riusciti, ecc. Poter avere sott’occhio le statistiche live di parametri come la lunghezza e l’ampiezza della squadra in campo, durante lo sviluppo in tempo reale della partita, permette agli allenatori di cogliere anche il  minimo scollamento tra i reparti, segnale di una squadra che sta per andare in sofferenza, e di pensare a dei correttivi immediati.

La soluzione di virtual coaching si interfaccia infatti con i sistemi di video tracking (videocamere posizionate in punti strategici del campo) per estrarre le posizioni di giocatori e palla (in termini di coordinate cartesiane) e grazie ad un sistema di algoritmi è in grado di interpretare ciò che sta accadendo in tempo reale e confrontarlo con ciò che era stato studiato/preparato.

Le indicazioni che arrivano dal virtual coaching sono visive ed intuitive; l’analista della squadra, toccando sullo schermo di un tablet questa indicazione testuale, può rivedere il video di quello che è successo, aprire la schematizzazione in 2D oppure approfondire l’analisi numerica.

Il Virtual Coach sarà un supporto valido e di grande aiuto durante lo svolgimento della partita e probabilmente tenderà anche a modificare le percezioni degli allenatori, che saranno condizionati dai dati matematici forniti dall’app nell’eseguire una modifica al sistema di gioco, un cambio di passo, una sostituzione o altro. La sfida sarà comprendere quale sarà il rapporto dei coach con questa nuova tecnologia.

Anche in Italia, non si può non prendere in considerazione il mondo del calcio che, seppur lentamente, si sta avvicinando al mondo 4.0. Le tecnologie, infatti, sono all’ordine del giorno anche se serve, ancora, il “polso” dell’allenatore.

“Oggi non potremmo più allenare senza la tecnologia – spiega Paolo Barbero preparatore atletico del Genoa Calcio – non perché chi allena non abbia le competenze per poter proporre una preparazione idonea al livello di gioco, ma perché grazie alla tecnologia siamo riusciti a conoscere, in modo più profondo, il modello prestazionale di riferimento”.

Luca Toso
Innovation Manager – Leyton Italia

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Luca Toso

Innovation Manager

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